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Il 2 novembre (2/11 = 2+11 = 13) è la festa dei morti e ti chiederai cosa c’entra questa data con questa festività; in realtà una risposta e un collegamento ci sono, e questo ci dimostra che nel nostro universo niente è a caso.
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Il 13 ha sempre rappresentato l’arcano, l’archetipo della MORTE. Quella morte intesa come un passaggio, un traguardo, un punto di arrivo e non una fine. Infinità di volte troviamo questo numero (numero karmico per la cabala) legato a situazioni di sfortuna o presagio di negatività, ma questo fa parte anche di un grande mito di un incosciente collettivo non veritiero, credenze popolari che poco di ragionevole hanno…
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Se riuscissimo a staccarci da quel sentore di amarezza, tristezza, malinconia che ci lascia la perdita di un nostro caro potremmo vedere che in realtà è il passaggio verso uno stato superiore.
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Il 13, come dicevamo prima, è un numero karmico; un numero karmico è l’indicatore di un’esperienza non terminata, ma il karma contiene anche quelle esperienze compiute che ci fanno trovare dei doni in questa vita. Con questo pensiero stiamo già eradicando dal nostro inconscio l’idea di KARMA = NEGATIVITÀ! Ricordati che siamo ciò che pensiamo e creiamo ciò che crediamo. Possiamo trasformare, come fa un alchimista, i metalli in oro per la nostra quotidianità.
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Chiudi gli occhi, visualizzati circondata da cristalli, da luci, da ciò che desideri e tutto inizierà a muoversi nel verso giusto… I cristalli potrebbero diventare brillanti, il desiderio realtà!
Il karma è l’eterna legge, secondo la quale ognuno raccoglie il frutto delle sue azioni. L’universo è un pensiero nella Mente Divina e l’uomo, a sua volta, è il risultato di ciò che essa ha pensato.
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Ogni cosa contiene in sé il principio del suo miglioramento, superamento, e l’archetipo del numero 4 (13 = 1+3 = 4) parla di costruzione e stabilità… È il poter toccare ciò che hai pensato. Col numero 13, l’uomo affronta la prova suprema della materia: dare vita!
Be briliant, shining… senza dimenticare che nelle ombre e nei chiaroscuri c’è il bello della vita.
Federico Raffo
The Numbers Man